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Civiltà musicale pugliese

Antonio Spadavecchia: operista russo di sangue barese

 

  Il più fecondo operista lirico sovietico è indubbiamente Antonio Spadavecchia.

 Celebre e popolarissimo in patria, le sue opere non hanno mai varcato i confini dei paesi dell’Est Europeo.

  Nato il 3.6.1907 ad Odessa, prese le prime lezioni dalla madre,  ottima pianista, e in seguito da Gniessin, Bielji, Schebalin e Prokofiev.

  Fra le opere composte emergono particolarmente La  locandiera, tratta da Goldoni e accolta entusiasticamente come ‘modello d’arte vera’, La via dei tormenti, Il buon soldato Sveik, Il tafano, azione che si svolge in Italia al tempo di Mazzini e di Garibaldi, accolta trionfalmente e qualche altra. Ha composto anche musica da camera, di scena, per film, di balletti, di operette, concerti sinfonici e lavori vari.

  Il compositore, pur seguendo il noto indirizzo della scuola russa, rivela inequivocabilmente le sue origini italiane non soltanto per il cognome. Non vi è dubbio che egli si sia ispirato sovente a Verdi e Puccini, il che gli ha consentito di mietere consensi di critica e di pubblico nel suo paese così innamorato della musica italiana.  Però si badi bene, ispirarsi non significa imitare, perché lo Spadavecchia è musicista personalissimo, alimentato da un fuoco interiore e da una creatività melodica notevoli.

  Tutte qualità valide per portare la sua produzione allo stesso livello di gradimento che i suoi connazionali hanno raggiunto con la loro frequente presenza nel nostro repertorio. Ma in un paese dove i cognomi terminano spesso in ‘off, ‘ov, ‘ski, ecc. come si può spiegare uno Spadavecchia dal suono italiano e tipicamente pugliese per giunta?

  Per poter rispondere bisogna risalire al principio del secolo, quando i marinai baresi Antonio e Nicolò Spadavecchia percorrevano i mari con il loro San Nicolò. Essi facevano scalo prevalentemente nei porti russi come Odessa, Novorossjisk, Kerc e, per ragioni ignote decisero di stabilirsi in Russia con le mogli. Antonio con Elena Galante di Bari e Nicolò con Paolina di Lerio di Brindisi.

  Si sa solo che Nicolò morì il 1909, a Piatigorsk, dove lo scultore barese Franzi scolpì un piccolo monumento funerario. Da Antonio discese Emanuele, capitano di lungo corso, e da Nicolò Angelica. I due cugini si sposarono e da essi nacque il nostro musicista che, all’età di 13 anni ebbe la sventura di perdere la madre. Tentò di lenire il duro colpo arruolandosi come mozzo su un piroscafo che toccasse porti lontani dalla sua cìttà.

  Ma Antonio si sentiva attratto irresistibilmente dal magico e arcano linguaggio della musica, nel mondo della quale aveva già mosso i primi passi. In casa dei nonni si cantavano motivi italiani di opere e canti popolari. Ed altrettanto in casa del padre, fanatico appassionato di opere, cosa che sensibilizzò l’animo del piccolo Antonio.

  Non indugiò oltre. Si recò a Mosca a studiare con ferma determinazione, intenzionato ad andare fin dove lo avesse portato la sua ardente vocazione, non smentendo di confermare la congeniale inclinazione dell’animo italiano verso l’arte musicale. È da augurarsi che proprio a Bari lo Spadavecchia riceva il battesimo della prima tappa del suo lungo viaggio all’estero, che auguriamo sia il più duraturo e felice possibile.

  Spartiti e musica del Maestro, in mio possesso, potrebbero servire allo scopo.    

  (riproduzione riservata, alfredo giovine, 1982)

 

Composizioni del Maestro

Intermezzo sinfonico, 1937 (Con questo lavoro si diplomò).

I Nemici, balletto, Mosca, 1938.

Giangher, suite sinfonica in 5 parti, dedicata al 5000 anniversario dell’epos calmucco «Giangher», Mosca, Grande Sala del Conservatorio, 1940.

Eroica Ouverture su temi basckiri, 1942.

Acbusat, destriero magico e spada di diamante. Opera fiaba dell’epos basckiro, composta in collaborazione con il compositore basckiro Saimov. Libretto di S. Miftakhov, la assoluta a Ufa, 1942. Revisionata nel 1952 e non rappresentata.

Le Nozze Improvvise, commedia musicale, libretto di R. Bikbai, Ufa, 1944.

Concerto per pianoforte e orchestra in tre parti «alla memoria di S. Prokoficv» (La 2a parte non è stata eseguita).

Il Ministro degli Interni, opera, la assoluta nel 1947.

La Riva della Felicità, balletto in 3 atti, libretto di P. .^.br,f rnov, Mosca, “Teatro musicale Stanislavskij e Nomirovic-Dancenco nel 1948. Andò in scena in altri nove teatri contemporaneamente. Revisionata nel 1955.

La Locandiera, opera comica in 3 atti, libretto di S. Cenin, da La Locandiera di Goldoni. Mosca, “Teatro Musicale Stanislavkij e Nemirovic-Dancenco. 1949.

La Via dei tormenti, opera in 4 atti. libretto di j. Keller, dal romanzo di A. Tolstoi, la esecuzione a’Perm (Molotov) nel 1953.

Cuore del Violino, commedia musicale, libretto di E. Gerken. 1934, non rappresentata.

Il Tafano (Ovod) o Estro, opera in 3 atti, libretto di j. Keller, dal romanzo di E. Voinic. La la ass. è stata data a Perm il 1958 e poi passò in altre 15 città. La 2a .redazione venne intitolata «Anni di Fuoco» e fu rappresentata nel 1966 a Voronieg e in altre città. (Si tratta del capolavoro di Spadavecchia).

Il Buon Soldato Sveik, opera pamphlet dal libro di J. Hascek. Ia assoluta a Sverdlovsk nel 1963 e poi a Perm (Motolov), Doniesk, Riga ed altre.

Verso le Stelle (o Alle Stelle), opera cantata, libretto di I. Petrova e I. Berlijand, da una favola di Ch. Pierraul. (Trittico: Ali bruciate, Il raggio della casamatta; Kibalcic, Inno alle stelle: città Elenostal). Rappresentata nel 1967.

Jukki (La festa delle lanterne), opera tragica in 3 atti, libretto dell’Autore 10 assoluta a Sverdiovsk il 1969.

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