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Tradizioni popolari baresi

Fenèstra achiùse

Passo la notte e spasso
Le finestre stanno chiuse.
La mia morosa dorme
E a mmè nom bènza cchiù.
La mia morosa dorme
E a mmè nom bènza cchiù.
Esce la cognata
Tutta di nero vestita.
Cognata mia, cognata !
Cognata, che cosa è recapitata?
Cognato, mio cognato.
E’ morta la tua morosa.
Se la vuoi andare a vedere.
Nella chiesa di Santo Domenico,
Nella chiesa di Santo Domenico.
Lì l’hanno andata a seppellire.
Cognata, mia cognata,
Tu che cosa mi dici.
Con qualcuno se n’è calata
E a me mi dici così.
Cognato, mio cognato,
E’ morta la tua morosa.
Se la vuoi andare a vedere
Nella chiesa di Santo Domenico,
Nella chiesa di Santo Domenico.
Lì l’hanno andata a seppellire.
Cognata, mia cognata,
Dammi una gravatta nera
Quando vado al cimitero.
Una gravatta nera.
E un fazzoletto scuro
Quando vado a trovarla in sepoltura.
Un fazzoletto scuro. Quando vado in sepoltura.

Confronta: SALOMONE MARINO: La baronessa, pag. 21-28; BERNONI: p. IV, n.36; GIANNANDREA: p. 158-165; IvE: p. 218; MAZZATINTI: p. 210; BRONZINI: La canzone epico-lirica, vol. I, pag. 76; TIGRI: n. 566; CASETTI-IMBRIANI: pag. 209, vol. II, pag. 253; AMALFI: 11. 22; PELLIZZARI; p. 85.

E’ la variante di “Fenèste ca lucìive e mò non lusce”, pubblicata per la prima volta nel 1881 col titolo di “Un canto del popolo napoletano”. E’ chiaro che il canto ricalca la famosa leggenda siciliana “La baronessa di Carini”. In particolare vedi PITRÈ: in Canti popolari siciliani e SALOMONE MARINO: in un volume omonimo.

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