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Civiltà musicale pugliese

Giuseppe Santoro

Giuseppe Santoro (il padre Annibale, noto costruttore di antica famiglia barese fu uno dei maggiori artefici che contribuirono notevolmente all’espansione del Borgo Muratiano), fin da quando sposò Elisabetta, la primogenita di Antonio Quaranta, si associò al suocero, coadiuvandolo nella complessa e vasta attività e fu considerato il suo validissimo braccio destro.
Morto il suocero, più per tener fede a una missione, proseguì l’attività in tempi mutati e divenuti difficili per un impresario teatrale, gestendo a lungo il Teatro Comunale  Piccinni, indirizzando con lodevole perseveranza verso il teatro di prosa il pubblico barese, rimasto fin allora alquanto refrattario a questo genere di spettacolo.
Se sul piano culturale il Santoro si acquistò delle benemerenze, in quello economico dovette sottostare a gravosi sacrifici finanziari. Ciò nonostante non tralasciò mai di occuparsi del teatro musicale.
Fra le stagioni allestite va ricordata quella inauguratasi  il 25.12.1955 con “Falstaff”, protagonista Mariano Stabile e Gianna Pederzini; “Amico Fritz” con Rossana Carteri; “Il Telefono” con Dora Gatta; “Turandot” con Maria Pedrini e Lauri Volpi; “I Pescatori di Perle” con Filacuridi ed altre  con quotati artisti.
“Fu per lunghi anni esponente di una nobile tradizione dell’impresario teatrale barese, di specchiata probità, tipica figura della nostra città anche per l’immancabile… sigaro “Virginia” fra le labbra”, come ebbe a definirlo, con acuta sintesi l’avv. Florenzo Brattelli. a. g.

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