Il Dialetto di Bari
Grammattica-Scrittura-Lettura
L’importanza della vocale e
in posizione tonica e atona
La vocale e ha una funzione importante nella scrittura barese, la si pronuncia:
a) quando su di essa cade l’accento principale della parola, ègghie (olio), ècchie (occhio), ère (aia), tène (tiene), Mechèle (Michele), ndeghelètte (leccornìa), vedè (vedere), percè (perché), cafè (caffè);
b) quando è la terza persona singolare del presente indicativo del verbo èsse (essere – si scrive anche iè, per il fenomeno della i prostetica, vedi oltre), munne è state, munne iè e mmunn’av’a ièsse (mondo è stato, mondo è e sarà); iè o nonn-è ? Iè (è o non è? È);
c) quando è congiunzione, iìdde e ièdde (lui e lei).
Tutte le altre e non accentate che fanno parte di un vocabolo hanno suono indistinto, semimute, come la e muta francese e non può essere non trascritta perché sonorizza la consonante cui è connessa, la sua omissione (nel corpo o in fine parola), comporterebbe una grafia illeggibile: frmmnànd invece di fremmenànde – fiammifero; dsctàmc invece di descetàmece – svegliamoci.
Lo stesso dicasi se la e semimuta venga sostituita con un apostrofo (’), (fr’mm’nànd’ – d’sc’tàm’c’ – b’n’d’cèv’n’), rendendo la lettura veramente ostica.
Le e come pure le a delle parole baresi, hanno svariati suoni e diversi tra loro che solo l’ Alfabeto fonetico potrebbe individuare.
La e semimuta la si può omettere nelle parole straniere, in alcune voci imitative e onomatopeiche come laps (matita), appìzza laps (temperamatite), datz ca (datosi che).
Si consideri che la e semimuta è pur sempre un suono, benché poco distinto, nel barese è fondamentale trascriverla nel corpo che in fine parola (vògghe o mare invece di vògghe o mar, marenàre e marnàre).