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Tradizioni popolari baresi

Viggna ère

LA MOGLIE: Viggna ère e vviggna sone.
Era potàta e mmò non zone.
Sènza sapère la raggiòne
Ho perdùte il potatòre.
IL MARITO: Viggna ère e vviggna sei.
Prime potàve e mmò non zèi.
Pe la gguànde del lèone
Hai perdùte il potatòre.
IL RE:     Alla viggne ci sono state
La pambanèlle ho verdeggiàte.
Per la coròne che io tènga in dèsta
Alzai la gamba e non doccai la grèste.

Vigna ero – La moglie: vigna ero e vigna sono – Ero potata ed ora no. – Senza sapere la ragione – Ho perduto il potatore. – Il marito: Vigna era e vigna sei – Prima ti potavo ed ora no. – Per il guanto del leone – Hai perduto il potatore. – Il re: Alla vigna ci sono stato. – La “pampanelle” ho “verdeggiato”. – Sulla corona che ho in testa (giuro) che alzai la “gamba” (e gambe) e non toccai la cresta.  (Versione di Angela Lopez).

Vedi nel Chronicon imaginis mundi di fra IACOPO D’ACQUI (Monum. Hist. Patr.; Scriptores, III, Aug. Taurinor, 1848, pag. 1577) il racconto su Pietro delle Vigne; narrazione e versi sono citati da CANTÙ; (Storia degli Italiani. VIII, XCI, not. 39). Prima li aveva citati il FAURIEL.
(Dante et les origin. de la lang. ital. Paris, Durant, II, lec. XVI) ma non cita le fonti.
L’avventura è più antica del sec. XIII: ma neanche il DE BLASIS sapeva dell’origine orientale (Pier delle Vigne, pag. 209). Il racconto trovasi in varie versioni nel Libro di Sendabar Mischlè Sendabar” ebraico nel “Syntipas” greco e nei “Sette visir” turchi col titolo: “L’orma del leone”. Vedi pure LOISELEUR ‘Essai sur le fables indiennes’, pag. 97; BRANTOME: Vie des dames galantes, II. GIOSUE CARDUCCI: Cantilene e ballate, strambotti e madrigali nei sec. XIII e XIV; Sesto S. Giovanni, Madella, 1912, pag. 34.

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