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Civiltà musicale pugliese

Bruna Castagna di alfredo giovine

Una gloria barese della lirica

Le stagioni liriche baresi registrano sempre notevole affluenza di pubblico che conferma ancora una volta l’immutata passione dei baresi per il melodramma. D’altra parte il tea­tro consentiva, a un popolo dedito un tempo al duro e lungo lavoro, di abbandonarsi a un mondo romantico, vivendo vicende epiche e poetiche esaltate dal magico potere della mu­sica.

Influenzati da una vita artistica così suggestiva ed esaltati dalle gesta dei loro prede­cessori quali Piccinni, Latilla, De Giosa, sono divenuti direttori d’orchestra e compositori i bare­si Franco Caracciolo, Raffaele Gervasio, Bruno Campanella, Achille De Pascale, Pasqua­le Di Cagno, Dino Milella, Gioacchino Ligonzo, Biagio Grimaldi e cantanti lirici i concit­tadini Giacomo Dammacco, Fanelli, Fiore, Mastronardi, Salvati, Stella, Signorile ed tanti al­tri.

Pur avendo, alcuni di essi, calcato il palcoscenico dei maggiori teatri del mondo, per varie ragioni non assursero ad alte vette come Licia Albanese, Andrea Mongelli e l’altra stella di prima grandezza quale Bruna Castagna, una Carneade soltanto per i suoi con­cittadini, forse perché fra i tanti anche il Dizionario della Musica Ricordi, la considera mi­lanese. Celebre nel continente americano, Bruna Castagna era nata a Bari il 15 ottobre 1905, da padre insegnante dal quale apprese le prime nozioni pianistiche e le didattiche dal nostro m° Biagio Grimaldi. Trasferitasi nel milanese con la famiglia,la Castagna ebbe modo di assistere alle lezio­ni che la sorella maggiore Maria, moglie del tenore Mario Fullin, impartiva ad aspiranti cantanti. Incline allo scherzo,la Castagna rifaceva spesso il verso ai principianti che frequenta­vano la scuola della sorella.

In una di tali occasioni il Fullin si accorse delle particolari do­ti canore della cognata e dopo una buona preparazione casalinga l’affidò alle cure di Tina Scognamiglio per il perfezionamento. Tre mesi dopo l’avvenente Bruna Castagna debuttava come mezzo soprano nel Boris al Teatro Sociale di Mantova. Nello stesso anno, con Tullio Serafin, si sottoponeva al giu­dizio del pubblico nel Parsifal al Colon di Buenos Aires e in altri teatri sudamericani, cosa che le aprì le porte della Scala di Milano dove il 29 novembre 1925 cantò in Mada­ma Butterfly diretta da Toscanini.

Allettata da vantaggiose offerte ritornò in Argentina ed in Brasile e da qui ancora per l’Europa cantando nuovamente alla Scala fin quando venne ingaggiata al Covent Gar­den di Londra; quindi a Bologna, Palermo, Parma, Trieste con un richiesto ritorno sul palcoscenico scaligero. Le ambizioni di Bruna Castagna non si placarono.

Ella volle sfondare nel nord Arneri­ca e si affidò a quel gran mago di Fortunato Gallo, (nato a Torremaggiore, Fg) e considerato il più grande impresario di spettacoli lirici popolari di tutti i tempi. Dopo l’audizione di prova la Castagna fu incorporata nella famosa San Carlo Opera C° of America e venne lanciata dal Gallo, all’Hippodrome di New York, in Carmen.

(riproduzione riservata – 1982)

 

 

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