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Civiltà musicale pugliese

Dino Milella

Il maestro Dino Milella appartiene a quella parte dei nostri concittadini che si “son fatti da sé”.

   Di carattere volitivo, concreto, di poche parole, iniziò la sua meravigliosa avventura nel mondo della musica quando era molto giovane, con serio impegno e ferma determinazione.

   Iniziò i suoi studi di composizione a Bari – dove è nato il 21 agosto 1907 – con il maestro Don Cesare Franco, maestro anche di chi scrive, e con Dobici.

   Continuò gli studi a Roma e studiò pianoforte con Diana Antico e Francesco Baiardi. Si diplomò in composizione, in direzione d’orchestra, in pianoforte, in strumentazione per banda e in canto corale.

   Il suo debutto, come direttore d’orchestra, avvenne il 21 maggio del 1932, al Teatro Petruzzelli di Bari, con Il Barbiere di Siviglia di G. Rossini. Interpreti: V. Baldo (Bartolo), N. Sanchioni (Rosina), L. Fort (Il Conte), D. Mastronardi (Figaro), A. Mongelli (Basilio), G. Fanelli (Fiorello) E. Dell’Acqua (Berta). Da Il Teatro Petruzzelli, di A. G. riporto un sunto al commento delle rappresentazioni: “Vivo e schietto successo. Applausi calorosi a scena aperta all’indirizzo di tutti gli artisti, chiamate numerose al proscenio; ottimo il Mastronardi; trionfo della Sanchioni; altrettanto di Andrea Mongelli; prezioso fu il maestro Milella, anch’egli barese. Si dovette a lui gran parte del successo della serata”.

   Dopo il felice esordio di Bari, sia al Piccinni che al Petruzzelli (vedi A.G. “Il Teatro Piccinni” e “Il Teatro Petruzzelli”), il Milella svolse in patria intensa attività direttoriale… “per conto terzi” con esito felice,raggiungendo l’apice l’8 gennaio 1942, al Petruzzelli, quando diresse una rappresentazione di Lucia di Lammermoor con Beniamino Gigli, M. Bianchi Saviozzi, A. Giunta, D. Sciaqui, V. Villa, Delle Fornaci, e m. c. L. Trebbi.  “Teatro delle grandi occasioni. Successo travolgente, applausi prolungati e chiamate numerose al proscenio, alla fine di ogni atto. Spettatori e orchestra in piedi, plaudenti”. (A.G., “Il Teatro Petruzzelli”, pag. 124).

Tutto ciò non impedì al maestro Milella di dedicarsi alla composizione di musica strumentale e teatrale. Infatti, il 28 gennaio del 1969 diresse, in prima assoluta, la sua prima opera La Farsa della Tinozza, al Teatro Petruzzelli con i cantanti I. Stramaglia, A. Assandri, S. Tuzzi, S. Durante. “Gli spettacoli ottennero successo. Molto bravo il soprano Stramaglia e particolarmente superlativo il baritono Saverio Durante”.

   L’opera venne richiesta e rappresentata con favorevole accoglienza del pubblico al Politeama `Greco’ di Lecce, a Trapani, La Spezia. Taranto, Gradisca, Imola.

 “L’opera scorre veloce e piacevole su un ritmo fra il patetico e il ridanciano, dando modo all’autore di fondere l’espressione di un tenue, idilliaco lirismo con i tratti spiccatamente grotteschi della commedia, mediante una sapiente, colta strumentazione, con i momenti migliori nella vivace sinfonia, nella delicata ninna nanna, nel gustoso terzetto ed infine nell’esplosivo, frizzante ‘finalino’, che fa sapidamente il verso dell’opera buffa settecentesca (Franco Chieco – Contrappunti, Bari, Adriatica Ed., 1971, pag. 214.

Il successo ottenuto stimolò il Milella a musicare Una Storia di altri tempi: una vicenda patetica, rappresentata al Teatro Petruzzelli il 22 gennaio 1972. Interpreti: Irma Capece Minutolo, Gino Sinimberghi, Giuseppe Lamacchia, Renzo Caty, Anna M. Assandri, Serafino Tuzzi. “E un’esperienza che completò la sua singolare personalità. Con chiaro senso della sintesi drammatica, egli conferma questa volta la sua autentica vocazione, dimostrata con coerenza dalla fede nei valori della tradizione” (F. Chieco, La Gazzetta del Mezzogiorno del 23.1.1972, pag. 8).

   Pubblicata dalla Curci Casa Editrice, venne rappresentata in non pochi teatri italiani, fra i quali il Teatro Massimo ‘Bellini’ di Catania e il Teatro San Carlo di Napoli. “Le pagine più spiccate dell’opera sembrano ‘la canzone della leggenda’, una sorta di ballata verseggiata con libertà: maternamente delicata e malinconica, ma serena; e il notturno coro dei pescatori, intenso e presago di ambasce”; (…) “L’esito della serata è stato positivo. Applausi calorosi, anche a scena aperta, hanno coronato il termine dell’opera di Milella con complessive sei chiamate agli interpreti, al direttore, all’autore, al regista ed allo scenografo” (A. Parente, Il Mattino, 16.4.1975).

   Il maestro Milella conscio e pago del successo ottenuto, si immerge con serio trasporto nel musicare un altro lavoro di robusta fattura “Il Marchese di Roccaverdina”, che sarà rappresentato all’Orfeo di Taranto il 19.11.1977.

   Un entusiastico consenso del pubblico e di critica, che può essere rilevato nel Corriere del Giorno di Taranto del 20 e 22.11.1977, a firma di Silvano Sardi. “I1 maestro Milella, oltre all’intensa attività di direttore d’orchestra e di compositore, nel 1944 fu direttore artistico di Radio Bari, docente nel Liceo Musicale Pareggiato di Bari e di Lecce. Dal 1949 iniziò ad insegnare composizione nel Liceo Musicale Pareggiato ‘G. Paisiello’ di Taranto, dove, dal 1964, detiene la cattedra e la carica di Direttore titolare”.

   E, infine, concludo riportando quanto il maestro Milella ebbe a dire a Nicola Sbisà, in occasione di un concerto di sue composizioni, di Respighi e di Schumann, tenuto a Bari il 16.6.1977.  “Quanto più vado avanti nel tempo, tanto più guardo al passato”.

   Ritengo che il detto del nume Verdi “Tornate all’antico…”, ancora una volta abbia sorriso paternamente al suo assennato collega barese, offrendogli il braccio come fece a Tamagno. (riproduzione riservata, alfredo giovine, 1982)

  

 

 

Taranto, Teatro Orfeo, 19.11.1977, 1ª assoluta de Il Marchese di Roccaverdina. Da sx.: V.M. Brunetti (Compare Santi), A. Boyer (Don Silvio), Flavia Tabili (Mamma Grazia), N. Tuzzi (Fanciulla), L. Riccio (Zòsima), Dino Milella, G. Casolla (Agrippinà), L. Puglisi (I1 Marchese), M. Parutto (Baronessa di Lagomorto).

 

 OPERE:

LA FARSA DELLA TINOZZA, libretto proprio, tratto da un lavoro del XV secolo di autore ignoto, 1 atto, Bari, 1969, ed. Sonzogno.

UNA STORIA D’ALTRI TEMPI, libretto proprio, tratto dal romanzo ‘Cime tempestose’, di Emily Bronte, 2 atti, Bari, 1972, ed. Curci.

IL MARCHESE DI ROCCAVERDINA, libretto proprio, tratto dal romanzo omonimo di Luigi Capuana, 3 atti e 4 quadri, Taranto, 1977.

PER ORCHESTRA: Il Monte degli Ulivi, poema sinfonico, eseguito anche all’estero; Sinfonia in fa minore; Suite Natalizia per coro misto e orchestra (1966); 12 Preludi; Preludio, Romanza. Due intermezzi per musiche di scena.

MUSICA DA CAMERA: L’infinito per clarinetto, viola e pianoforte (da Leopardi); pezzi per violoncello e pianoforte, fra cui ‘Melodia’, ‘Romanza’ e ‘Largo’; per pianoforte, 9 romanze senza parole nello stile moderno e tradizionale, Preludio, Ballata, (1964), ecc.- 3 liriche.

Ha scritto alcuni manualetti scolastici realizzati per lo studio della fuga, corali, temi, melodie.

Varie composizioni per orchestra (i preludi), per violoncello e pianoforte, liriche e preludio-ballata sono state trasmesse dalla RAI ed eseguite in concerti.

 

 

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