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Sono coetanei il teatro “della Scala” e gli Stati Uniti

Riportiamo una ” Lettera al Direttore” pubblicata in “La Gazzetta del Mezzogiorno del 14.9.1976, pag.7, con la quale Alfredo Giovine chiariva che le due istituzioni, contrariamente a quanto si affermava, erano invece, coetanee.

Ecco il testo: ” I più importanti giornali e periodici di tutto il mondo civile hanno posto in grande evidenza che il complesso del Teatro della Scala di Milano si è recato in America perché la sua tournée costituisce un notevolissimo contributo alle manifestazioni per la celebrazione del bicentenario della fondazione degli Stati Uniti.Gli stessi organi di stampa e fra essi un noto quotidiano milanese hanno fatto rilevare che il teatro ‘scaligero’, per soli due anni, non ha potuto vantarsi di avere la stessa età della giovane nazione americana. Per di più viene affermato (vedi anche Gazzetta del Mezzogiorno del 9-9-76) che « La compagnia della Scala ha atteso ben 198 anni prima di venire negli Stati Uniti ad esibirsi… ».

La compagnia del Teatro della Scala, invece, debuttò a New York il 18-10-1967, alla «Carnegie Hall» con la «Messa da Requiem» di Verdi, diretta da H. von Karaian. La compagnia proveniva dal Canada dove aveva dato spettacoli operistici ed esecuzioni musicali. Per quanto, riguarda l’altra questione, sia il «Teatro della Scala» che gli «Stati Uniti d’ America» invece, hanno la stessa età, e cioè 200 anni ciascuno.  I milanesi dovrebbero saperlo e certamente ai giornalisti e agli storici del Teatro, nella foga dei preparativi per la partenza, è sfuggita la simpatica e storica coincidenza.

Il 4 -7-1776 venne proclamata unilateralmente l’indipendenza degli Usa; ma questi potettero divenire nazione sovrana e libera, solo il 3-9-1783, con il riconoscimento dell’Inghilterra. A sua volta, alla fine del febbraio 1776, venne proclamata la fondazione del teatro nuovo milanese e «bramando. S.A.R. (l’arciduca Ferdinando, governatore della Lombardia austriaca) (…) la nuova riedificazione del teatro… » per  cui dai proprietari dei palchi venga «fatta la delegazione di tre Soggetti» perché «possano trattare con l’A.S.R. sopra questo assunto per facilitarne l’erezione». (Arch. di Stato, Milano, Teatri, Cart. 39 – Carteggio dell’archivio Conte Bigli e passato il 6-11-1819 all’archivio del benemerito principe Gilberto Borromeo Arese per eredità). Dopo alti e bassi fra Milano e Vienna in merito alla scelta delle aree per la costruzione dei teatri e ad alcuni dettagli, finalmente il 15-7-1776 Maria Teresa (da ben ricordare perché in quell’anno, abolì la feroce tortura) diede la sua definitiva approvazione e il 15 agosto seguente la chiesa di “Santa Maria della Scala” venne profanata e poi abbattuta per ricavarne il suolo ove doveva sorgere il teatro grande. Costo delle due opere: L. 494.000 per il teatro della Scala e L. 329.600 per il teatro piccolo (della Cannobiana).Il 3 agosto 1778 (e non il 4 agosto come affermano erroneamente Cenzato, Novellini, Possenti e Ramo) il teatro grande (futuro Teatro della Scala) venne aperto con “ L’Europa riconosciuta”, musica di Antonio Salieri, « da rappresentarsi nel Nuovo Regio Ducal Teatro di Milano nella solenne occasione del suo primo apri-mento nel mese di agosto dell’anno 1778 », e due balli dello stesso  musicista. Il teatro grande, edificato in seguito al terzo incendio del 25-2-1776 che distrusse l’ultimo Teatro Ducale, eretto con decreto imperiale del 9-4-1717 di Carlo VI (carteggio Bigli) nell’ambiente dotto venne chiamato Nuovo Teatro Ducale, ma poi prese il sopravvento la coniazione popolare di Teatro alla Scala (che è errata). La denominazione esatta è «Teatro “della Scala”» e non Teatro “alla Scala”.

La prima e corretta deriva dal nome della nota famiglia veronese “della Scala” portato dalla moglie di Barnabò Visconti (costui ebbe circa 40 figli, fra legittimi e naturali), signore di Milano nel sec. XIV. Regina della Scala (e non “Beatrice detta Regina” come riportano erroneamente il Verri, Gatti, Tegani, Latuada ed altri), fece erigere il 7-9-1381 una chiesa al posto di quella preesistente della Veronica, che prese il nome di Santa Maria “della Scala”.  Abbattuto l’edificio sacro, sull’area risultata fu costruito il teatro grande.

La seconda denominazione, quella corrente, è una variante deforme della prima, di evidente origine incolta e sorta da un equivoco. È inutile dire che la denominazione errata dell’uso popolare è ormai entrata in quello comune ed è diventata… ufficiale.

Alfredo Giovine –Bari

 

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